Milano, azione contro conferenza omofoba

Riceviamo e pubblichiamo:

Ideologia del cattolicesimo: quali ricadute sulla libertà individuale?

Giovedì 24 ottobre si svolgeva nella Sala del Consiglio della Provincia
di Milano (via Vivaio 1) un convegno intitolato “Ideologia del gender:
quali ricadute sulla famiglia?”, organizzato dalla stessa Provincia di
Milano insieme a varie associazioni cattoliche fondamentaliste. Un
appuntamento analogo, dal titolo “Ideologia del gender, omofobia e
unioni civili omosessuali” si era già svolto a Milano, organizzato da
Alleanza Cattolica, il 5 ottobre nell’Auditorium Giovanni Paolo II della
parrocchia di Santa Maria Nascente. Il giro di conferenze sul tema sta
coinvolgendo altre città come, fino ad ora, Casale Monferrato (AL),
Verona e Genova, spesso con appoggi e patrocini istituzionali, e ne
prevede altre a Roma, Firenze, Palermo, Catania, Cremona, Potenza.

Conoscendo di fama i personaggi invitati come relatori, e ben
consapevoli della piega ideologica che avrebbe caratterizzato l’evento
in questione, ci siamo mobilitati/e in una decina di persone per andare
a disturbare la conferenza. Una volta giunti/e sul posto siamo rimasti/e
stupiti/e dall’ingente presenza di forze dell’ordine schierate davanti
alla sede della Provincia e nelle vie circostanti per proteggere la
conferenza: diverse camionette della polizia, squadre di poliziotti a
piedi a presidiare ogni incrocio di via, e decine di digos sparsi per la
zona. A quanto pare gli organizzatori e le istituzioni coinvolte in
questa aberrante iniziativa sono ben consapevoli di avere bisogno di una
protezione sbirresca per poter sperare di diffondere le loro idee
sessiste e omofobe con un minimo di tranquillità.

Passando oltre il presidio di protesta organizzato da associazioni e
gruppi universitari LGBT, posizionati dalla digos a decine di metri di
distanza dal luogo dell’incontro, ci siamo diretti/e tranquillamente
all’interno della sala dove si sarebbe svolta la conferenza.
Fin dall’introduzione del consigliere provinciale Niccolò Mardegan (Pdl)
e di Vittorio Lodolo d’Oria (vicepresidente dell’associazione Famiglie
Numerose Cattoliche (FNC), nota per le sue posizioni contro aborto,
riconoscimento delle coppie di fatto, divorzio, eutanasia e le identità
o teorie che mettono in discussione il binarismo di genere) assistiamo
all’esposizione ripugnante di una visione ideologica del mondo
fortemente patriarcale, omofoba, transfobica, come sempre mascherata
sotto le parole politically-correct della “difesa della famiglia”. I
valori propugnati dal fascismo “Dio, patria e famiglia” tornano qui
riproposti esplicitamente e senza vergogna, sugellando ancora una volta
l’alleanza tra esponenti della destra e fondamentalisti cattolici,
perfettamente in accordo e uniti nell’attaccare l’autodeterminazione
delle donne, la libertà sessuale, la variabilità di genere, la
fuoriuscita dai ruoli oppressivi che vedono la donna subordinata
all’uomo, e ogni tipo di comportamento non eterosessuale e non
finalizzato alla procreazione.

Aborto, eutanasia, omosessualità, transessualità, contraccezione, sesso
non procreativo, tutto viene gettato nello stesso calderone di condanna
da parte di questi fanatici, che non si vergognano nemmeno a paragonare,
secondo i peggiori cliché, omosessualità a pedofilia, od omosessualità a
bestialità, e a ribadire come l’attrazione verso persone dello stesso
sesso sia una patologia e possa essere curata.

Il diffondersi a livello sociale, rispetto al passato, di una maggiore
libertà nell’espressione dell’identità di genere (che non per forza
coincide con il ruolo che ci è assegnato dalla società) e
dell’attrazione sessuale (che non per forza è eterosessuale), e i timidi
accenni a un cambiamento nella legislazione al riguardo, hanno fatto
scattare ultimamente nei circuiti dei cattolici estremisti e negli
aderenti alle idee di destra un campanello d’allarme. Le teorie queer, o
“ideologia del gender” come la chiamano loro, sono viste come un
pericolo estremo per la stabilità dell’ordine sociale e per la tenuta
dei capisaldi ideologici delle loro dottrine autoritarie e nemiche della
libertà, sempre più in crisi e carenti di consenso. Questi ipocriti
arrivano a parlare di “dittatura dell’omosessualità obbligatoria”,
eterofobia, repressione del dissenso e totalitarismo ponendosi come
vittime e negando, in maniera revisionista, come proprio il
cristianesimo e il tipo di ideologie che vanno difendendo abbiano alle
spalle una storia sanguinaria di oppressione, genocidi, sessismo e
omofobia lunga diversi secoli.

L’intervento della dott.ssa Chiara Atzori, infettivologa dell’ospedale
Sacco di Milano e nota da molti anni per i suoi libri, articoli e
interventi mirati a diffondere una visione patologizzante
dell’attrazione tra persone dello stesso sesso, non fa che confermarlo
dilungandosi in una fantasiosa spiegazione delle “teorie del gender”,
dimostrando di non averne capito una virgola e facendo una gran
confusione tra identità di genere e orientamento sessuale; ma quello che
le interessa è offendere e fare battute sul collegamento “ovvio” tra
persone gay e virus hiv o su quanto è “ridicolo” pensare che due persone
dello stesso sesso si possano amare e che altre decidano di fare una
transizione di genere.

Ad un certo punto dell’intervento della Atzori, quando davvero ne
avevamo abbastanza, una persona di noi è scattata in piedi ed ha
interrotto la relatrice urlando cosa ne pensava di quell’esposizione di
idee fasciste e omofobe spacciate per “scientifiche”. A ruota altri/e
attivisti/e si sono alzati da varie parti della platea lanciando
volantini tra il pubblico, urlando slogan e insulti verso gli
organizzatori della conferenza e mostrando cartelli, fino a che sono
stati/e trascinati/e fuori uno/a per uno/a dall’intervento della digos
che si è subito mobilitata per bloccare le persone che contestavano.
Anche nel percorso verso l’uscita trascinati/e dai poliziotti gli slogan
sono continuati senza interruzione. Siamo stati/e infine identificati/e
e rilasciati/e, soddisfatti/e di essere riusciti/e a interrompere la
conferenza e di non esserci rassegnati/e a un ruolo di critica passiva
di fronte a chi ancora diffonde questo tipo di idee fasciste e sessiste.
Queste conferenze e iniziative che sono previste e stanno per tenersi in
troppe altre città andrebbero contestate, disturbate e bloccate ogni
volta, è il minimo che si meritano queste merde.

Femministe, queers e anarchiche/i
Corpi degenerati e felici contro l’eteronormatività

Ecco il testo del volantino lanciato e distribuito durante l’azione:

Siamo ingovernabili

Ci avete imposto l’eterosessualità
come solo modello di sensibilità, di sensualità e di sessualità.
I ragazzi amano le ragazze, le ragazze amano i ragazzi.
La vostra concezione dell’amore si è limitata alla procreazione
di carne da macello, mentre la nostra apparteneva già al mondo dei
desideri, del piacere, dell’affetto e delle stelle.

Inoltre non avete smesso di propagare l’odio dei queer, l’odio delle differenze.

Ci avete bruciato, rinchiuso, cacciato, deportato, gasato, denunciato,
psichiatrizzato, studiato, ghettizzato, sperimentato, negato, poi
testato, contestato e detestato.

Il vostro eterosessismo non ha fatto che nutrire le nostre rabbie, il
vostro odio non ha fatto che abbellire i nostri amori.

Oggi più che mai non vogliamo la vostra sessualità benedetta, nè la
vostra normalità, nè la vostra noia, nè la vostra alienazione, nè la
vostra integrazione dentro questo sistema patriarcapitalista, razzista,
alimentato dalla dominazione degli uni sugli/sulle altri/e.

La vostra integrazione è la disintegrazione delle nostre passioni.

Non cerchiamo di imitare chi ha voluto costantemente reprimerci.
Le vostre immagini, i vostri clichès, i vostri orgasmi virtuali o
commerciali, non ci interessano.
I nostri amori e i nostri sentimenti non si normalizzano.

Non siamo capitalizzabili
Siamo ingovernabili.

Informazioni su frantic

Sono un cyborg, un uomo trans alquanto frocio, un anarchico piattaformista e un biscotto nerd. La mia attività principale è rendere noto, in varie maniere, quello che mi fa schifo nel mondo con uno sguardo filtrato dall'umorismo tagliente e dal mio ingiustificato amore per l'umanità.
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Una risposta a Milano, azione contro conferenza omofoba

  1. cooksappe scrive:

    ^_^

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