Appello per un’alleanza transfemminista e frocia verso e oltre il ddl405

Come collettivo riteniamo importante prendere parola riguardo il disegno di legge 405. Può sembrare bizzarro che un collettivo che si definisce anarcofrocio parli di leggi, e non specificatamente per criticarle. La realtà, però, è che lo supportiamo proprio perché siamo anarchiche.

Se è vero che molte delle discriminazioni e prevaricazioni che come persone transessuali e transgender subiamo costantemente sono legate all’ambiente sociale che attraversiamo, che potrà modificarsi solo se cambieranno le relazioni sociali attualmente a nostro sfavore, è purtroppo anche vero che il modo in cui attraversiamo il mondo è regolato, in una parte non indifferente, anche dalla burocrazia e dall’ingerenza statale. Mostrare la carta d’identità durante un fermo di polizia, firmare un modulo, iscriversi a un’associazione o in palestra, prenotare un biglietto del treno o dell’aereo, utilizzare la tessera sanitaria: queste azioni, date per scontate come praticabili senza troppi pensieri da molti, non lo sono affatto per chi ha dei documenti difformi dalla propria identità. Questo outing perenne influenza fortemente la nostra capacità di muoverci nello spazio pubblico, e ci costringe a un’invisibilità ulteriore che possiamo evitare soltanto a costo di imbarazzi, umiliazioni e alle volte anche comportamenti di natura decisamente più violenta. Per quanto riguarda la questione intersex, riteniamo che probabilmente il divieto formale di interventi cosmetici coercitivamente applicati ai neonati con genitali atipici non fermerà in toto né i bisturi né il terrorismo psicologico sui genitori, che vengono convinti dai dottori di agire per il bene del/la loro figlio/a. Di sicuro, tuttavia, l’esistenza del divieto in questione fornirà alla comunità intersex un appiglio per rendere più visibile questa violenza e per poterla delegittimare socialmente.

Nel mondo che vogliamo probabilmente non esisterebbe sesso sui documenti oppure non esisterebbero proprio documenti, e in ogni caso non dovremmo preoccuparci delle volontà normalizzatrici dell’istituzione biomedica, sostituita da una scienza al servizio delle persone e non al servizio del fascismo dei corpi. Noi, però, viviamo qui ed ora, e le nostre lotte benché mirino alla distruzione dello stato di cose presenti non sono slegabili dalle nostre necessità, esigenze, bisogni attuali: ne devono tenere conto, affinché i nostri sforzi di cambiamento non siano buchi nell’acqua. Proprio nell’ottica del qui ed ora, crediamo che questo obiettivo a breve termine, se raggiunto, sposti la lancetta dell’autonomia verso di noi, diminuendo sensibilmente il potere dello stato di intervenire sulle nostre soggettività. Cosa c’è di più anarchico di riprendersi la propria libertà?

La politica gay e lesbica mainstream, nonostante abbia sulla carta la pretesa di rappresentare l’intera comunità LGBTQIA, nella pratica rappresenta soltanto una parte di essa, quella che ha il privilegio di concentrarsi soltanto su quelle singole e misere istanze, quali il matrimonio fra persone dello stesso stesso, che monopolizzano il loro impegno politico. Non c’è spazio per noi, lì: non ce n’è mai stato.

Per questo sosteniamo quindi una lotta autorganizzata e orizzontale che porti avanti le rivendicazioni delle persone transessuali, transgender e intersex e sappia portarle avanti con un’analisi politica che metta sul tavolo la nostra oppressione sistemica e che abbia come obiettivo complessivo quella di estinguere il problema alla radice, non semplicemente quello di rincorrere le briciole di una società brutalmente cisnormativa ed eteronormativa.

Salutiamo la nascita di un movimento trans e intersex che sta riscoprendo la sua dimensione radicalmente politicizzata e ci appelliamo quindi a gruppi, collettivi, reti e singole che si muovono già sul terreno dell’autodeterminazione, della militanza femminista e frocia, queer, bisessuale, asessuale, eterodissidente per allearci attorno a questa istanza che ci riguarda tutte/tutti/tuttu e, più in generale e più a lungo termine, per costruire assieme un’alternativa all’egemonia dell’attivismo gay assimilazionista e delle sue miserie, mancanze, contraddizioni ed omissioni.

Vi baciamo.

Per adesioni, coccole e quant’altro: contronatura[@]anche.no 

Informazioni su frantic

Sono un cyborg, un uomo trans alquanto frocio, un anarchico piattaformista e un biscotto nerd. La mia attività principale è rendere noto, in varie maniere, quello che mi fa schifo nel mondo con uno sguardo filtrato dall'umorismo tagliente e dal mio ingiustificato amore per l'umanità.
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